Tutto quello che bisogna sapere
Gli interventi richiesti per realizzare un intonachino sono molti, vediamo di cosa si tratta e perché è importante realizzarlo per la propria abitazione.
Cos’è l’intonachino
Viene chiamato in questo modo perché è una finitura di uno strato molto sottile che crea un effetto opaco e una grana diversificata (ruvida) sui muri. Si può trovare anche con una tessitura semilucida o lucida e liscia. Queste differenze dipendono dalla composizione del materiale usato e dalla tipologia di lavorazione che si decide di realizzare sullo strato superficiale.
Solitamente si utilizzano le finiture semilucide o lucide all’interno e per l’esterno la dimensione dei granelli varia in base alla regione o alla tipologia di effetto che si vuole ottenere: più rustico o più elegante.
A cosa serve?
Lo scopo dell’intonachino è quello di creare una superficie protettiva, ad esempio per l’esterno, che agisca contro l’azione corrosiva degli agenti atmosferici oltre ad avere una funzione estetica.
Solitamente si utilizza una pasta pigmentata pronta all’uso che contiene: terre coloranti, additivi specifici e granulati fini di marmo per variare le tonalità del colore.
Alcune volte, gli inerti, vengono sostituiti con il cocciopesto per dare una colorazione rosata all’intonaco e rendendolo maggiormente resistente all’umidità.
La sua composizione e applicazione
L’intonachino viene preparato con pigmenti naturali e la grana del rivestimento può essere più fina o più grossa. La grana grossa viene utilizzata solitamente per gli edifici storici ma sottolinea i difetti di planarità e si notano maggiormente le imprecisioni della superficie.
I prodotti utilizzati sono, in linea di massima, pronti all’uso, e vengono mixati insieme prima di essere applicati. Questo viene realizzato tramite un frattazzo di legno o acciaio su fondi precedentemente rasati.
L’applicazione viene fatta in più passate, in cui, l’ultima, viene lavorata in modo differente in base alla grana dell’impasto.